The trend of “ancestral grain”, “low grain”, “cereal free” food for our animals has been a trend for some years, more and more feeds carry this wording on the label, even the most famous brands
Surely the No Grain is a market reality: it represents 30% of the total US and 15% of the UK; it has lower percentages in Italy but today it represents the major trend in the dry feed for dogs. It is a debated theme, associated with the concept of natural, but there are often misunderstanding and confusion. First of all, the term “grain free” literally means “cereal-free”. To assure the recommended quantity of carbohydrates, ingredients such as potatoes, peas, buckwheat and beetroot replace wheat, maize or other cereals.
Are they more natural? Many say they are as they respect the physiology of dogs and cats, which would eat more proteins if they were in the wild. Therefore, rather than natural, they can be defined more similar to the nutritional style of dogs and cats.
Are they more qualitative? It depends on the balance of nutrients and their biological value. Cereal is not necessarily negative: it depends on its origin and on the quantity required for the recipe. Products that contain high percentages of cereals, to the disadvantage of proteins, can be defined as not highly qualitative: they give the animal a sense of satiety without bringing great nutritional benefits and are harder to digest. There are grain free foods that have just the characteristic of removing cereals as a filler in favor of potatoes and peas, but keeping the nutritional proposal unchanged in terms of percentages.
Is the ancestral grain better? The so-called “ancient” cereals, often associated with “low grain” croquettes, such as oats, millet, brown rice, usually have more fiber and are more digestible.
So to sum up?
No Grain is not necessarily better. What matters is that the food should be nutritionally balanced it means that it should taking into account the right ratio between proteins, fats and carbohydrates, made with quality ingredients and prepared for the specific and physiological needs of dogs and cats. Today this ideal has become concrete declined with the line No grain Wellness Program 360; No grain foods but above all healthy and perfectly aligned with needs of the dog and cat, with sustained but balanced protein content, alternative carbohydrate sources and qualitative and sustainable raw materials.
No Grain: moda o sostanza?
È in voga da qualche anno la moda del cibo “ancestral grain“, “low grain“, “cereal free” per i nostri animali sempre più mangimi riportano questa dicitura sull’etichetta, anche le marche più famose
Sicuramente il No Grain è una realtà di mercato: rappresenta il 30% del totale USA e il 15% di quello UK; ha quote più basse in Italia ma rappresenta oggi il trend più forte negli alimenti secchi per cani. Se ne parla tanto, anche in associazione al concetto di naturale, facendo però spesso errori e confusione. Innanzitutto il termine “grain free” significa letteralmente “privo di cereali”. Per assicurare l’apporto di carboidrati si inseriscono ingredienti come patate, piselli, grano saraceno e barbabietole sostituendoli a frumento, granturco o altri cereali.
Sono più naturali? Molti sostengono di sì in quanto rispettano maggiormente la fisiologia di cani e gatti che in natura si nutrono prevalentemente di proteine. Dunque più che naturali si possono definire più affini allo stile nutrizionale di cani e gatti.
Sono più qualitativi? Dipende dall’equilibrio dei nutrienti e dal loro valore biologico. Cereale non è necessariamente negativo: dipende dalla sua origine e dalla quantità inserita in ricetta. I prodotti che contengono alte percentuali di cereali, a discapito delle proteine, possono essere definiti non altamente qualitativi: danno senso di sazietà nell’animale senza apportare grandi benefici nutrizionali e rendono più difficoltoso il processo di digestione. Ci sono alimenti grain free che hanno ripreso solo la caratteristica di togliere come riempitivo i cereali a favore di patate e piselli ma che mantengono inalterati in termini di percentuali la proposta nutrizionale.
E l’ancestral grain è meglio? I cereali cosiddetti “antichi”, spesso associati a crocchette “low grain”, quali avena, miglio, riso integrale, tendono ad essere ricchi di fibre e a risultare più digeribili.
Quindi in sintesi?
No Grain non è necessariamente meglio. Ciò che conta è che l’alimento sia nutrizionalmente equilibrato, che tenga cioè conto del giusto rapporto tra proteine, grassi e carboidrati, realizzato con ingredienti di qualità e pensato per le esigenze specifiche e fisiologiche del cane e gatto. L’ideale è oggi declinato nella linea Programma Benessere 360 No grain; alimenti No grain ma soprattutto sani e perfettamente rispondenti alle esigenze del cane e del gatto, con un tenore proteico sostenuto ma equilibrato, fonti di carboidrati alternative e materie prime qualitative e sostenibili.